Casale M.to - La Chiesa di San Domenico

I Domenicani e Guglielmo VIII Marchese del Monferrato: un legame politico e spirituale

Casale Monferrato assurge a “capitale” del marchesato per volontà di Guglielmo VIII. Il suo obbiettivo è aumentare il prestigio del Marchesato, feudo imperiale ma subordinato ai Savoia dal 1432 a causa di una fallimentare politica di espansione condotta del padre Gian Giacomo.
Guglielmo, figlio cadetto avviato alla carriera di capitano di ventura, servirà sia il Ducato di Milano che la repubblica di Venezia. Frequenterà le corti più ricche e colte della sua epoca. Ne creerà una Monferrina attorniandosi di letterati e artisti. Nel 1469 otterrà da papa Paolo II il permesso di edificare un convento domenicano e successivamente la chiesa. Questo passo sarà uno dei tanti di una lunga politica di dialogo con il papato che porterà nel 1474 l’elevazione di Casale a diocesi e, dunque, capitale.

La costruzione del convento iniziò quindi subito, premendo a Guglielmo di incentivare la presenza dei frati domenicani. La costruzione della chiesa iniziò invece nel 1472 con la posa della prima pietra proprio da parte di Guglielmo. La chiesa sarà completata nel 1513, anno di consacrazione. Era e rimane la chiesa nobiliare voluta dai Paleologi come dimostra anche la lunetta posta sopra il portale.

Cosa faremo: 
Cercheremo di collocare sia storicamente che architettonicamente la storia della chiesa e del convento. Una prima indicazione stilistica: l’edificazione della chiesa si colloca nel periodo di transizione fra due stili, gotico e rinascimentale. Questo le conferisce un aspetto peculiare fin dal primo impatto. I contrafforti della facciata in mattoni finiti nella parte superiore da archetti tipicamente gotici e le monofore che identificano le due navate laterali si distinguono nella loro semplicità dal ricco portale rinascimentale. All’interno troveremo poi il barocco della cappella marchionale e importanti opere pittoriche a firma di Giovanni Caccia il “Moncalvo”, Giovanni Crosio e Pierfrancesco Guala. Cercheremo si approfondire le ragioni delle scelte che portarono i Paleologi e i loro successori a fondare e poi arricchire questa chiesa. Ci soffermeremo su un piccolo ma prezioso quadro di scuola fiamminga donata dalla Marchesa Anna d’Alençon. Il nostro intento è quello di evidenziare anche lo spirito religioso e la tensione spirituale che animavano la corte monferrina.


Durata: circa 2 ore

Cani: non ammessi

Contributo per l'associazione: da definirsi


Per informazioni chiama 351-7660812

oppure scrivi a
contatti@vivimonferrato.it